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Ecco Spiegamelo!

Quando abbiamo deciso di partecipare alla call lanciata da Parma Capitale Italiana della cultura 2020 (evento ora noto come Parma Capitale Italiana della cultura 2020+21) non abbiamo esitato un solo istante: sapevamo come doveva essere il nostro progetto e come avremmo dovuto realizzarlo. In testa avevamo da tempo una manifestazione dedicata alla divulgazione che ogni anno – attorno ad un tema centrale – potesse raccogliere le migliori teste del Paese (e non solo), mettendole a confronto. Anche il nome è arrivato rapidamente, cercavamo qualcosa di immediato e comprensibile che non necessitasse di inutili giri di parole. Ed è stato subito Spiegamelo! – Festival della divulgazione. In un anno particolarmente complicato come questo 2020 siamo felici di vederlo crescere per andare incontro a tutti quei visitatori che vorranno farne parte.

Ma ancora non ci bastava.

C’era anche un’altra sfida che volevamo affrontare. Volevamo una manifestazione culturale diversa. Un evento capace di rintracciare sui suoi radar nomi nuovi e interessanti. Nomi che potessero raccontare il loro punto di vista sul mondo in maniera attuale e centrata oggi come tra vent’anni. Vogliamo che Spiegamelo! (l’età media degli ospiti di questa prima edizione è 42 anni) sia affacci nel mondo come voce nuova, con la voglia di diventare un appuntamento fisso nel calendario culturale italiano e vogliamo che questo accada secondo le nostre regole, senza dover seguire percorsi obbligati da mode e nomi. Siamo contrari ai dogmi e al “si deve far così… perché si è sempre fatto così”. Fare un festival non è facile, e non sarà facile farlo in questo modo. Però crediamo che sia giusto provarci. O meglio, crediamo che da un tentativo del genere ci possa guadagnare tutto il sistema cultura, si possa crescere tutti.

Siamo il primo festival italiano ad aprirsi a un concetto tanto bello quanto vasto come quello della divulgazione; per questo abbiamo deciso di contenere questo infinito panorama trovando un tema che definisca e caratterizzi i quattro giorni di eventi. Quest’anno sarà l’acqua. Una parola breve e leggera, ma con un fortissimo peso specifico sul tavolo della cultura, dell’economia e della politica. Parlare di acqua, ambiente, ma anche di fluidità sociale, economica o linguistica oggi è doveroso per ridisegnare il nostro Paese. Pretenzioso? Sicuramente. Ci siamo dati del tempo per crescere, per correggerci, per lanciare contenuti e idee nel tessuto culturale italiano. Idee capaci di significare qualcosa oggi e tra vent’anni. Questa è la stella polare da cui ci faremo guidare.